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La Basilica di San Martino e dell’Assunta: cloni d’autore?
23 Marzo 2016 @ 20:00 - 23:00
Presso la sede del Club, il dottor Paolo Furia tratterà il tema “La Basilica di San Martino e dell’Assunta: cloni d’autore?“.
Riassunto della serata, scritto dal nostro socio Marco Carminati:
Quando la nostra società non era ostaggio di apparati legislativi soverchianti e inefficaci, e i solipsismi dei virtuosi di un diritto costruito sulle complesse architetture, attente più alla forma che alla sostanza, più al dettato che alle sue ripercussioni sul reale, allora non si conosceva ancora, fra le tante cose ignorate, il concetto di plagio.
O, almeno, non era familiare, né veniva declinato nella stessa chiave odierna. La prova lampante di questo assioma si può trovare per esempio in campo artistico, oggi costretto – e avvezzo – a fare i conti appunto con un ginepraio di leggi, norme e disposizioni, a (presunta) tutela della cosiddetta proprietà intellettuale (quella, per intenderci, quotidianamente violata senza batter ciglio dai pirati delle duplicazione a scopo commerciale).
Un bene dunque – o un male? – questa evoluzione della sensibilità giuridica di noi moderni? Difficile dirlo sui due piedi, anche se per istinto sarebbe facile schierarsi per la valutazione positiva. Ma forse non tutto è così semplice e, soprattutto, non tutto è realmente come appare.
Sì, perché senza l’approccio forse all’apparenza un poco grezzo e semplicistico degli antichi – di quei nostri padri che manco sapevano, forse, cosa voleva dire plagiare un’opera d’arte – i quali, colpiti dalla bellezza di un’opera, pensavano soltanto ad imitarla e, là dove lo consentiva la loro abilità, a replicarla tale e quale, o, al massimo, con poche varianti, per non vanificarne l’effetto strabiliante, oggi il patrimonio inestimabile di capolavori tramandatici dal passato sarebbe assai più magro e certo l’Italia non sarebbe quella miniera ancora parzialmente inesplorata, che per fortuna nostra è.
Questa è un po’ la filosofia che si è potuta trarre dalla bella conversazione dello studioso d’arte, e artista lui pure, Paolo Furia, intervenuto alla conviviale voluta dal Presidente Giuseppe Facchetti e intitolata “La Basilica di San Martino e dell’Assunta: cloni d’autore?”.
Di conversazione ha voluto espressamente si parlasse e non di conferenza, coerente con il suo stile informale e per nulla accademico, che ha guidato i molti decenni della sua attività, dopo il Diploma d’Arte alla Carrara con il Professor Trento Longaretti, e dopo la brillante professione di grafico pubblicitario, fino agli anni in cui è stato responsabile di importanti istituzioni del mondo delle Belle Arti e della cultura in generale.
Così Paolo Furia ha snocciolato per la curiosità dei presenti, ma non solo per loro ovviamente, una serie di interessantissimi casi di opere d’arte di immenso valore, custodite nella Basilica di Treviglio (e troppo spesso guardate con frettolosa indifferenza da chi è abituato a fruire di tanta fortuna), ricollegabili ad altrettante “matrici” di più famosi maestri, allocate in differenti sedi, dove forse godono di maggiore attenzione.
Un tassello per arricchire la nostra cultura, ma anche uno sprone a voler tutelare con la meritata passione un patrimonio ineguagliabile, che teme più degli oltraggi oggettivi (si presume del tutto eccezionali) l’incuria e l’indifferenza (troppe volte usuali). (Marco Carminati)